Le fonti storiche

Nel XVII secolo un preesistente oratorio dedicato al Santo subiva una prima trasformazione e, su iniziativa di alcune famiglie Longhi residenti nella contrada, veniva istituita in data 22 gennaio 1698 una cappellania. Un importante ampliamento della chiesa si ebbe nell’ottocento. Nel 1922 fu concesso il “Fonte Battesimale”: la distanza della frazione dalla chiesa di S. Martino di Nembro era notevole; per questo, con decreto del vescovo Adriano Bernareggi, il 16 dicembre 1936 venne dichiarata chiesa parrocchiale e si staccò definitivamente da Nembro. Seguì nel giugno del 1937 il Regio Decreto che confermò l’avvenuto smembramento.

La costruzione

I lavori per la costruzione dell’attuale chiesa furono effettuati tra il 1845 e il 1848. La facciata, a due ordini sovrapposti, è suddivisa da una serie di lesene e da due cornicioni orizzontali. L’ingresso principale è preceduto da un semplice portichetto sostenuto da due colonne, aperto sul piccolo sagrato e proteso come un balcone a dominare la valletta sottostante. Il timpano di chiusura curvilineo è sormontato dalla statua di S. Antonio. L’edificio, ad unica navata con ai lati due nicchie che accolgono due altari minori, è diviso con tre gradini dal presbiterio dove è collocato l’altare maggiore.

Attualmente sono in corso restauri.

L'interno

L’interno è ricco di affreschi e decori: nella volta della navata Cristo in gloria e santi e medaglioni con episodi della Vita di S. Antonio; nei pennacchi i quattro Evangelisti. Alle pareti numerosi dipinti di autori ignoti, principalmente dell’ottocento e del novecento di ambito bergamasco e lombardo.

Nell’abside trova posto un coro ligneo e sulla parete, nella zona centrale, vi è una tela Madonna in gloria col Bambino, S. Rocco, S. Antonio da Padova e le anime purgantidel pittore Carlo Ceresa (S. Giovanni Bianco 1609- Bergamo 1679).

Sant'Antonio da Padova

Nato a Lisbona verso il 1195, a 15 anni fu accolto nell’Ordine agostiniano, dove studiò profondamente le Scritture. In seguito entrò nell’Ordine francescano, colpito dalla semplicità dei primi frati, ed ebbe occasione di avvicinare direttamente S. Francesco. Dapprima si dedicò ai lavori più umili, ma, quando ci si rese conto della sua preparazione, gli fu imposto di predicare. Molti prodigi accompagnarono la sua predicazione. Morì a Padova nel 1231, nel convento dove viveva; l’anno dopo veniva proclamato santo.

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