La necessità di salvaguardare il patrimonio storico e culturale di una comunità, di un paese, di una regione si è imposta in questi ultimi anni come fondamentale ed imprescindibile per tutti coloro che hanno a cuore le sorti della società civile e le prospettive del suo avvenire.
Oggi più che mai si sente l’urgenza di intraprendere la strada della conservazione e della valorizzazione di un patrimonio di cultura e di saperi che i nostri maggiori ci hanno lasciato in eredità e che rischia di scomparire travolto dall’incuria e dall’abbandono. Un patrimonio che merita di essere conosciuto ed apprezzato poiché racchiude un’infinità di informazioni e di conoscenze che possono aiutarci a capire il nostro passato ed a riflettere sul nostro futuro.
Da quasi mezzo secolo si sono manifestati i segni di una nuova attenzione e di un proficuo interesse nei confronti della cultura delle grandi masse che erano rimaste escluse, per così dire, dalla storia: esse non possedevano l’uso della parola scritta e la loro presenza nelle ricostruzioni storiche era quasi sempre avvolta da un alone di indeterminatezza o di generico folclorismo. Così oggi si assiste alla nascita di numerosi musei che rivolgono la loro attenzione al mondo rurale e paleo-industriale ed alla cultura delle classi popolari.